GIULIO RUFFINI TRA REALTA’ E MEMORIA

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GIULIO RUFFINI TRA REALTA’ E MEMORIA

Di grande suggestione l’esposizione di quadri di Giulio Ruffini presso la Galleria d’arte Farneti a Forlì che si inaugurerà il 25 marzo alle ore 17 e che si protrarrà fino al 15 aprile.
Il titolo della mostra ci introduce subito nella poetica del noto pittore ravennate, che mette in scena nei suoi dipinti storie che hanno a che fare con la realtà e con il mondo interno in un intreccio fatto di emozioni, di ricordi, di esperienze che tocca, rapisce e commuove.
Nell’ esposizione compaiono nature morte, ritratti, collages e composizioni di dipinti con inserti fotografici che conferiscono una tridimensionalità temporale per cui si assiste ad un passato presentificato e al contempo ad un presente radicato nel passato, quel tempo dell’inconscio che connota, in realtà, l’esperienza emotiva di cui siamo fatti tutti.
Ed è per questo motivo che le sue opere vibrano e risuonano come qualcosa di noto, di familiare, di intimo, esercitando una singolare fascinazione e suscitando le più disparate reazioni: sono quadri che parlano alle nostre parti più segrete, certamente non lasciano indifferenti.
Ruffini trasfonde ai soggetti dei suoi dipinti, siano essi oggetti o persone, un’intensità psicologica tale che li rende personaggi drammatici, facendoli vibrare, danzare in rappresentazioni dalle più svariate sfumature in un canto di amore e tremore per la vita.
In sintonia col tema dell’esposizione , Francesco Arcangeli situa Ruffini: “ … entro le grandi maree del realismo … ma mai arreso, col suo talento alto di grafico e di pittore, a dir l’ultima parola alla propria storia.”

I quadri provengono dall’archivio di famiglia.
Galleria Farneti, via deli Orgogliosi, 7/9, Forlì

Giulio Ruffini nasce a Villanova di Bagnacavallo il 18 luglio 1921. Dopo aver frequenta la Scuola di Arti e Mestieri di Cotignola diretta da Luigi Varoli, nell’immediato dopoguerra inizia l’attività artistica e già nel 1951 ottiene il “Premio Diomira”a Milano e nel 1952 vince il “Premio Suzzara” con “Pietà per il bracciante”, opera che lo accrediterà nell’ambito del movimento realista. Nel 1953 ottiene il 1° premio alla “Biennale romagnola” di Imola e l’anno successivo allestisce la sua prima pesonale al Circolo di Cultura di Bologna ed è presente con due dipinti alla Biennale di Venezia. Con la frequenterazione di Mattia Moreni sperimenterà forme di convergenza tra il linguaggio realista e le poetiche informali e verso la metà degli anni Sessanta dipingerà la serie di “Incidenti” con grovigli di corpi umani e di auto evocativi dell’asservimento dell’uomo alla macchina e della tragicità della condizione umana. Per quanto riguarda il disegno e l’opera grafica, si ricordano, fra l’altro, l’importante personale a Palazzo Diamanti di Ferrara nel 1970 e la partecipazione alla Biennale d’Arte “Città di Milano” e a “Disegno Satirico e Piccola Scultura”, sempre a Milano. Negli ultimi anni spiccano la personale, del 2007, alla Biblioteca Classense, “L’Occhio del poeta”, con il ricco catologo pubblicato da Longo e nel 2011 “Per i 90 anni di Giulio Ruffini: i quadri dell’Anima” a Lugo. Infine, il catalogo dell’opera grafica “Album a disegni”, sempre in occasione del suo novantesimo compleanno. Tra i numerosi contributi critici, si segnala la monumentale monografia curata da Raffaele De Grada per le edizioni “La Bottega” di Ravenna.
L’artista si spegne a Ravenna il 1 settembre 2011.

2017-03-10T16:10:51+00:00marzo 10th, 2017|News Giulio Ruffini, News musei|