MONTEVECCHI AMLETO

/, M/MONTEVECCHI AMLETO

MONTEVECCHI AMLETO

Imola, 1878 – Lugo, 1964

Amleto Montevecchi si forma all’Accademia di Belle Arti di Bologna dove si iscrive nel 1896 e della quale frequenta vari corsi per molti anni. Tra il 1906 e il 1909 si accende e si consuma tragicamente la sua storia d’amore con Elisabetta Santolini: la Bitta, compagna, modella e ispiratrice di Domenico Baccarini. Di questi anni sono alcune opere molto convinte che ritraggono i nuovi affetti e il nuovo ambiente familiare resi con una pittura sintetica e sfumata. Nonostante tenti di avvicinarsi a Faenza, prima con una collaborazione con la fabbrica di ceramiche Fratelli Minardi e poi cercando di ottenere un posto d’insegnante alla locale Scuola d’Arti e Mestieri, l’ambiente artistico di una città che sta iniziando a mitizzare la meteora Baccarini e il suo “cenacolo” gli è apertamente ostile e deve, quindi, rassegnarsi a impegni minori. Tra il 1910 e il 1918 è quasi artisticamente impotente e tenta di sublimare una naturale irrequietezza e uno stato di profonda crisi con un impegno politico e artistico che lo porta a caldeggiare ideali socialisti e a ritrarre personalità come Andrea Costa e nell’immediato dopoguerra protagonisti dell’internazionalismo proletario come Karl Marx, Rosa Luxemburg ed Errico Malatesta. Si stabilisce in vari centri marchigiani e, tra Marche e Bologna, esegue ritratti della borghesia locale. A Bologna fonda varie organizzazioni artistiche. Negli anni Venti espone ripetutamente ed ottiene riconoscimenti a Forlì (1921), Imola (1921), Bologna (1922 e 1923), Imola (1924). Negli anni Trenta si dedica a una pittura di carattere sacro, soprattutto a Bologna, ed espone a varie mostre sindacali. Nel 1941 espone a Milano. Nel secondo dopoguerra è, artisticamente, un sopravvissuto. Pittore talentoso ma discontinuo, Montevecchi si è dedicato ad opere stilisticamente e ideologicamente eterogenee quando non contrastanti (da memorie ottocentesche ed echi simbolisti da tangenze tematiche con il Déco a pitture religiose quasi puriste, da verismi a realismi che sembrano anticipare il clima postbellico) e i punti salienti del suo lavoro vanno rinvenuti in quelle opere in cui, tra gli inizi del secolo e i primi anni Trenta, riesce a cogliere, con la sua facile pennellata, appunti di innocente intimità infantile, finalmente libero da ideologismi e contenutismi.

(F.B.)

Bibliografia essenziale

Amleto Montevecchi (dipinti 1901-1963)
a cura di M.Pasquali, catalogo della mostra al Museo di San Domenico di Imola
Imola 2006

A. Castronuovo, Amleto Montevecchi bozzetti di una vita. Collezioni d’arte della Fondazione Cassa di Risparmio di Imola
Imola2006

Fondi

Museo di San Domenico, Imola

News

In Bimba seduta sulla poltrona, Montevecchi annota un momento di vita infantile con la stessa partecipazione con la quale aveva ritratto la compagna Bitta e il figlio Eros nei momenti felici di tanti anni prima. Toni mossi ed evanescenti e colori non accesi danno alla composizione un senso di lieve tristezza che corrisponde al momentaneo stato d’animo del soggetto ritratto.

2021-01-22T11:00:52+00:00agosto 4th, 2015|Artisti, M|