ROMAGNOLI GIOVANNI

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ROMAGNOLI GIOVANNI

Faenza, 1893 – 1976

Formatosi all’Accademia di Belle Arti di Bologna, Giovanni Romagnoli vince il Premio Curlandese nel 1917 e nel 1920 quello Baruzzi. Nei primi anni Venti espone alla Primaverile Fiorentina, alla Secessione Romana e alla Prima Biennale Romana. A Bologna frequenta Franco Gentilini, Giorgio Morandi, Carlo Corsi ed altre figure di spicco. Nel 1924 vince il secondo premio alla mostra internazionale del Carnegie Institute di Pittsburgh in Pennsylvania – dove viene chiamato ad insegnare e dove sarà membro di giuria nella successiva edizione assieme a Pierre Bonnard – ed espone alla Biennale di Venezia. Alla Quadriennale di Roma del 1935 gli viene assegnata una sala in cui, oltre a dipinti, espone anche un gruppo di terrecotte eseguite tra il 1932 e il 1934. Nel corso della sua carriera Romagnoli è anche incisore. Di grande rilievo sono le sue opere pittoriche degli anni Venti e Trenta nelle quali, in qualche modo superato un pur persistente postimpressionismo che ha i suoi riferimenti privilegiati nelle opere di Degas e di Renoir, giunge ad esiti più vicini a quella “metafisica del quotidiano” di Bonnard e di Vuillard dove la presa diretta del quotidiano viene affiancata da atmosfere di magica lontananza. Anche i soggiorni statunitensi devono avere contribuito in questo senso e basti pensare alla presenza di Edward Hopper. Anche in Romagnoli prevalgono composizioni dedicate a figure femminili cariche di valore simbolico – assorte nei loro pensieri o con lo sguardo perduto nel vuoto – che trasmettono sensi di solitudine, di attesa e di inaccessibilità, mitigati, però, da una grazia che rende la sua figurazione meno dura e tagliente e più disposta a rinvenire frammenti di una bellezza memore della grande tradizione dell’arte italiana ed europea. Si intensifica via via l’interesse dell’artista per ambientazioni intimistiche, per scene di toilette, per nature morte e per nudi femminili. I temi centrali della sua arte sono al contempo gioiosi e strazianti. Preminenti rapporti di luce fra ambienti, figure e oggetti – quasi un flusso continuo e inarrestabile – conducono temi elaborati e lungamente studiati a fondersi in tracce di luminescenza e quasi a dissolversi.

(FB)

Bibliografia essenziale

Giovanni Romagnoli. Pitture. Incisioni. Disegni. Sculture
presentazione di S. Bottari
Bologna 1965

Fondi

Pinacoteca Comunale, Faenza

News

In Flora e Fiori con carciofo, Romagnoli non varia, pur nell’arco di quasi vent’anni, l’impostazione delle sue opere. Su uno sfondo geometrico e quasi astratto i soggetti rappresentati sembrano fondersi e sfilacciarsi nel pulviscolo della luce: senza eccessivi pessimismi e, anzi, con dosi di cauto e calcolato vitalismo rimarcato dalla fiducia ancora affettuosamente riposta nella vitalità dei soggetti e nella qualità della pittura che li eterna.

2021-01-22T11:05:23+00:00luglio 31st, 2015|Artisti, R|