Souvenir d’Amerique – Federico Guerri Collettiva in rete con la Biennale del Disegno

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Souvenir d’Amerique – Federico Guerri Collettiva in rete con la Biennale del Disegno

DAL 30 APRILE 2016
AL 17 LUGLIO 2016

MUSAS
via della Costa, 26
SANTARCANGELO DI ROMAGNA

Di fronte alle tele di Federico Guerri si ha l’impressione di essere tratti in un movimento vorticoso, lo sguardo è costretto a rapide dislocazioni, completamente assorbito nel tentativo di convogliare in un unico spettro il fascio irradiante dei segni. Questo effetto cinestesico deriva dalla natura stessa della composizione: come accade nelle volute degli arabeschi, nei reticoli musivi, nell’anima alveolare degli intarsi, l’immagine già da subito impressa nel cardine dei singoli elementi giunge a palesarsi unicamente in forza della loro successione e delle loro reciproche relazioni.

Lo sguardo dello spettatore non può far altro che assecondare questo svolgimento, inseguendo l’innesto di un segmento nell’altro, contemplando l’intero sistema di giunture e intersezioni, nel quale ogni tratto esprime una elongazione del possibile, una fondamentale risposta al vuoto.
Qualunque ipotesi circoscritta di figurazione risente di questa evoluzione: qui una cupola, una volta, un’arteria stradale, e poi guglie, capitelli, tetti, le vertebre di una muraglia – individuata per una specie di planimetria aerea, ogni idea di territorio, sia esso urbano o selvatico, verosimile o fantastico, si dissolve in una compagine di onde e rifrazioni, di cui ogni linea non rappresenta altro che l’energia di propagazione.

In questa incessante anamorfosi la forma architettonica tende a contaminarsi, a coincidere con certe geometrie vegetali, con le eliche e le sinuosità dei rampicanti, le nervature dei quarzi, i nodi delle cortecce, il fragile scheletro del fogliame, in una fisica molecolare del tratto segnico che, estranea a ogni difetto di staticità, genera un sorprendente processo di ibridazione tra modelli rappresentativi di struttura.

È come se una immensa cattedrale, un imponente libro di pietra e arena, si dispiegasse di fronte ai nostri occhi: una foresta di simboli, uno sciame di fibre e scintille strappate a un qualche universo che persiste nel celare il suo fulcro emanatore, quel punto focale della rappresentazione che, come lo spazio vuoto del tempio, resta a noi interdetto.

(…)
Il testo che Guerri va tracciando potrebbe proseguire all’infinito – sorta di tributo alle pressoché inesauribili combinazioni alfabetiche e numeriche, all’eruzione spontanea di un gesto grafico diretto solamente a esaudire la propria intrinseca prolissità, la sua polisemica essenza.
Con questa consapevolezza, egli si affida alla natura vertiginosa, rizomatica del disegno – disegno che è pittura sottilizzata, getto di radice, solco: qualcosa di analogo a un’idea musicale, a un’equazione algebrica, alla porzione aurea di un esametro.

Guerri conosce a perfezione il numero e la qualità dei tagli necessari per conquistare quell’effetto di evidenza che solo concorre alla nascita di un archetipo; sa che tutto si gioca in una scala che dal nero digrada verso il bianco, con un sublime indugio nel grigio diametrale, in quella pasta di onirica traslucenza che bagna di un incerto crepuscolo le sue tele; sa che per dare al suo organismo figurativo la consistenza di una pietra, la sua stessa durata e gravità, occorre fare un patto di chiarezza con la costruzione, occorre adottare la sintassi del bianco e nero.

Roberta Bertozzi

estratto dal testo critico
La disciplina del cartografo, in SENTIERI INTERROTTI, catalogo della mostra personale di Federico Guerri
Galleria L’Affiche, Milano 2010

Info:

ORARI DI APERTURA
Sabato – Domenica e Festivi
dalle 15,30 alle 18,30

0541 624703
339 4826441
cristallino.focus@gmail.com

in rete con
BIENNALE DEL DISEGNO RIMINI
2a EDIZIONE

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