Significativo interprete del Novecento in pittura ed esponente di quella “nuova” pittura murale caldeggiata da M.Sironi, A.Funi e M.Campigli fin dal 1933 in antagonismo ala più “borghese” e mercantile pittura da cavalletto, Olivucci affianca, fin dal 1938, a questa produzione artistica di carattere ufficiale e pubblico (imbevuta inevitabilmente di retorica) una ricerca incisoria di carattere realista ed espressionista che ha per temi l'irrisione e la critica del fascismo e, negli anni, una esaltazione della Resistenza e dei suoi martiri locali.