Forlì, 1980
Cristiano Tassinari ha frequentato l’Istituto d’Arte di Forlì e si è diplomato all’Accademia di Belle Arti di Bologna. Giovanissimo, ottiene il Primo Premio al Concorso Nazionale di Incisione di Sora (2004) e il Premio Morandi per l’incisione di Bologna (2005). Nel 2007 risulta vincitore del Premio Michetti di Chieti. La sua pittura figurativa, dopo avere intessuto dialoghi con opere di maestri del passato, si indirizza più decisamente verso soggetti appartenenti al mondo contemporaneo con una particolare predilezione per oggetti banali e anonimi, fiori, giovani ripresi di fronte o di profilo come per foto antropometriche, giocatori di basket, ballerine asiatiche di un qualche circolo di quartiere, culturisti e recuperi di icone dal mondo del cinema, della televisione, della fotografia e delle riviste pulp. I soggetti vengono riportati sulla tela utilizzando prevalentemente una ristretta gamma di grigi che raramente giungono agli estremi del bianco e del nero. Sfumature orizzontali e altri accorgimenti tecnici, quali raschiature, graffiature e piccole deformazioni, contribuiscono a un generale senso di indeterminatezza di immagini che appaiono mosse, sfuocate o malamente riprese. Non si tratta solo, come in altri casi, di un dialogo con la fotografia finalizzato a una critica dell’atto pittorico come mera riproduzione del reale o di un tentativo di fissare sulla tela quanto la tecnica fotografica non riesce a cogliere sotto la superficie ma, piuttosto, di un modo di dare una qualche concretezza a quanto altrimenti non potrebbe aspirare a considerazione o a una qualsiasi forma di dignità. Paradossalmente, ma in consonanza con una vena concettuale dell’artista, è solo nella finzione della rappresentazione che i soggetti diventano “veri”. Nonostante un vento della storia che sembra volerli annullare e andarli a confondere in un grigio uniforme assurto a colore simbolico della contemporaneità, i personaggi di Tassinari dimostrano una singolare e pervicace volontà di esistere. Al bianco e nero o ai magri cromatismi utilizzati che stanno a denotare un dissolvimento o una perdita, Tassinari sente spesso l’urgenza di sovrapporre linee, sfumature di colore, elementi geometrici o collages cartacei: quasi a voler dotare i protagonisti di una sorta di “scena del nulla” di quegli elementi materici, coloristici e di pensiero che possano, un giorno, farli risorgere alla contemporaneità. Artista complesso, Tassinari sta coniugando – anche ribaltando invalse codificazioni – generi artistici quali la figurazione e il concettuale in attesa di una loro ricomposizione e di una epifania. Tra le sue esposizioni personali si segnalano quelle tenute a Milano (2006), Castell’Arquato (2010), Roma (2011), Rovereto (2012) e Torino (2013). Nel 2014 Tassinari è stato invitato dal Seoul Art Museum per una residenza d’artista.
(FB)
Bibliografia essenziale
Cristiano Tassinari. Lichtraum
a cura di A. Crespi, catalogo della mostra alla First Gallery di Roma
Calendasco 2011
Fondi
studio dell’artista, Forlì
News
Uno dei tanti giocatori americani di basket posa per una foto ricordo. Anonimo e non ben messo a fuoco, come l’ambiente che lo circonda, il giocatore sembra quasi attendere di esistere. Le carte applicate a collage lo occultano ulteriormente ma, allo stesso tempo, infondono colore e premesse di vitalità.