Fusignano, 1941
Marino Trioschi è stato avviato alla pittura da Francesco Verlicchi. Successivamente ha frequentato il corso libero di Incisione tenuto da Tono Zancanaro all’Accademia di Belle Arti di Ravenna dove ha seguito anche le lezioni di storia dell’arte svolte da Raffaele De Grada. All’impiego presso il Comune di Fusignano ha affiancato un impegno pittorico che gli è valso l’insegnamento, per un decennio, alla Scuola Comunale di Disegno e di Plastica della stessa città e il coordinamento del Libero Atelier di Pittura. Nel 1963 ha partecipato alla Biennale d’Arte Romagnola di Forlì e negli anni 1968, 1969 e 1970 al Premio Campigna. E’ stato segnalato al premio “Montepiano di Vernio” del 1972 e al premio “Primavera” di Foggia nel 1998; mentre ha ottenuto il primo premio al concorso “Abbazia” di S. Nazzaro Sesia e al concorso per il manifesto AVIS di Argenta nel 1983. Tra le mostre personali si segnalano quelle a Forlì, Lugo, Ferrara,, L’Aquila, Monsummano Terme, Cotignola (Palazzo Sforza), Lido di Spina (Museo Alternativo Remo Brindisi) e Ravenna. Su invito, ha partecipato alla mostra itinerante (1986-1992) “Omaggio a Garcia Lorca”. Per il Centro Teatrale Emilia Romagna ha collaborato con Ennio Calabria e Salvatore Fiume alla realizzazione delle scenografie per spettacoli tratti dalle opere di F. G. Lorca e P. Neruda. Nel 1990 ha realizzato la scenografia per il “Canto General” tratto dall’opera di Neruda e musicato da Mikis Theodorakis, rappresentato per la prima volta nei Sassi di Matera. Ai Sassi materani Trioschi dedicherà poi un ciclo di opere in cui l’abbandono del luogo e l’intima unione di natura e costruito assurgono a combinato simbolo di una perdita di dimensioni ancestrali, di una critica della modernizzazione e di memorie potenzialmente ancora agenti. D’altronde, un impegno largamente riflessivo e di impegno sociale è ravvisabile nell’intera opera di Trioschi che non ha mancato di rilevare turbamenti e ansie moderne e contemporanee: tra derive cosmiche, nucleari e politiche. Ma, al contrario di quanto certa critica ha voluto rilevare, non sono le note pessimistiche a prevalere nel suo lavoro. Anche l’intimo scoramento indotto dalle negligenze umane – prova della sua sensibile tempra etica – non giunge mai a toni apodittici e viene lenito con affettuose pennellate pronte a far emergere un colore, una materia, una scheggia inaspettata. Anche la sua attrazione per dati largamente informali si colloca in questo contesto, senza mai giungere a nefaste dissoluzioni e a quella deriva delle materie originarie che sa sempre di sconfitta.
(FB)
Bibliografia essenziale
Marino Trioschi, percorsi 1966-2004 , a cura di P.Trioschi e O.Piraccini, catalogo della mostra al Museo Civico San Rocco di Fusignano,
Faenza 2004
Fondi
Opere: studio dell’artista, Fusignano
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