Ravenna, 1962
Paola Babini si è diplomata in pittura all’Accademia di Belle Arti di Ravenna dopo aver seguito particolarmente il corso tenuto da Umberto Folli, suo relatore di tesi. Attualmente è docente di Tecniche Pittoriche all’Accademia di Belle Arti di Bologna e coordinatrice didattica dell’Accademia di Belle Arti di Ravenna dove, dal 2001, collabora con il Dipartimento di Comunicazione Didattica tenendo corsi sulle tecniche artistiche ed espressive.
Negli anni Ottanta inizia una attività espositiva e un percorso artistico che, mantenendo salde le radici nella pittura, si sviluppa progressivamente verso sistemi linguistici variegati e diversi realizzando soprattutto installazioni basate sull’utilizzo del medium fotografico. Dopo essersi dedicata par alcuni anni alla scultura, utilizzando scarti industriali di ferro ottenuti dal taglio al laser, torna a soggetti realistici. Un primo ciclo è dedicato alle scarpe: tra memorie, storie personali e segni lasciati sull’oggetto nel tempo. Il tema della memoria rimane centrale nel suo lavoro successivo dove – sviluppando la ricerca sui materiali pittorici ed extra-pittorici – pittura, fotografia, scultura e ready-made vendono spesso utilizzati su supporti non canonici quali specchi, vetri, ferri, acetati e smalti.
Così si legge nel suo curriculum: “Paola Babini lavora da tempo sulla memoria, una memoria personale e d’affezione dove lo sguardo, nel corso degli anni, si è gradualmente spostato dall’indagine autobiografica a quello su un esterno sempre filtrato da una esperienza in qualche modo sentimentale, saldamente corporea e organica. I materiali sono oggetto di una sperimentazione continua in cui le caratteristiche fisiche e organiche acquisiscono uno status poetico al pari del gesto. Si addensano così sedimentazioni quasi oniriche che costituiscono visioni di senso personale e, insieme, collettivo nelle quali la fotografia incontra il gesto pittorico, raffreddandolo nell’installazione”.
Inscatolati nel plexiglas, luoghi, figure e brani di natura spostano continuamente l’attenzione dell’osservatore da un punto all’altro dell’opera senza soluzione di continuità e creano una sorta di diafana sovrapposizione filmica in cui molte voci parlano contemporaneamente.
(F.B.)
Bibliografia essenziale
Up!,
a cura di E. di Mauro,
Galleria Mascarella,
Bologna 2016;
Volti, ritratti in Romagna dal primo Novecento a oggi,
a cura di F. Bertoni,
catalogo della mostra al Centro Polivalente Gianni Isola di Imola,
Imola 2016
Opere: studio dell’artista, Ravenna
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